Lessi questo libro ben prima di rimanere incinta, ma me ne innamorai lo stesso. Il cibo dell’accudimento dell’amica e collega Giusi D’Urso riunisce in sé informazioni tecniche e descrizioni colorate, con una scrittura che lo rende perfettamente comprensibile anche ai genitori che nulla sanno di nutrizione.
L’autrice
L’autrice è una biologa nutrizionista di Pisa. Ci siamo conosciute a Roma all’inizio della mia attività professionale: io studentessa un po’ spaurita dalle novità e dalla mole di studio che avevo davanti, lei docente di un corso specifico sull’alimentazione pediatrica. Ne rimasi affascinata e, scambiando con lei due parole, trovai la forza di buttarmi e di aprire lo studio.
Seguii altri suoi corsi (e ne seguirò ancora: colleghi e amici delle professioni sanitarie, date un’occhiata qui!) e mi fu di grande aiuto quando incontrai problemi importanti con l’allattamento e il divezzamento di mio figlio.
Negli anni si è specializzata proprio nell’alimentazione dei più piccoli, nei disturbi del comportamento alimentare che possono comparire anche da giovanissimi e nel supporto alle mamme dalla gravidanza in avanti.
A come accudimento
Il libro è diviso in tre sezioni e la prima si occupa, appunto, di accudimento. Tratta della relazione che si instaura tra bambino e nutrice partendo dalle nostre radici più profonde, ataviche ed istintive. Racconta dell’equilibrio che naturalmente ogni bambino ha, o dovrebbe avere, e di cosa può comprometterlo.
Trovano spazio anche i papà e più in generale tutti i caregiver, le persone che si occupano dell’accudimento del bambino a prescindere dal loro eventuale grado di parentela.
B come bambino
La seconda sezione inizia spiegando quelle misteriose ed inquietanti curve chiamate percentili. Alle mamme piacciono poco, sanno di classifica, di voto: si spera di cascare nel mezzo, non sapendo che, in realtà, non c’è un giusto o uno sbagliato, un troppo o un troppo poco. Ogni bambino segue la sua curva perché ogni bambino è unico, anche nella modalità di crescita. E già ci sentiamo più tranquille.
Si continua poi con il racconto dell’allattamento (non dimentichiamoci dell’alimentazione materna in questo periodo, ne ho parlato qui), del passaggio dalla suzione alla masticazione e del divezzamento (termine più appropriato per indicare il comune svezzamento). Senza giudizi e pregiudizi, l’autrice ci spiega perché privilegiare l’allattamento al seno e come approcciare il passaggio graduale all’alimentazione solida. Anche in questo caso, al centro ci sono il bambino ed i suoi tempi: possibile che si sia tutti pronti a mangiare dal cucchiaino allo scoccare del sesto mese?
C come consapevolezza
La terza ed ultima sezione ci spiega il perché di tante indicazioni. Come funzioniamo dentro? Perché ci interessa cosa combinano i batteri del nostro intestino? Come mai alcuni bambini hanno più appetito di altri?
E’ importante sapere come funziona l’interazione tra il cibo e il nostro corpo, perché solo così potremo fare scelte consapevoli a tavola. Lo dico sempre ai miei pazienti: non è vietato “sgarrare”, ma è importante sapere perché alcuni alimenti o combinazioni alimentari sono sconsigliati e capire se per quello sgarro ne vale la pena. La risposta a volte può essere sì e la consapevolezza di ciò che stiamo facendo ci sgrava dal senso di colpa, aiutandoci a mantenere l’equilibrio tra le eccezioni e la regola.
Il libro si conclude con un’appendice più tecnica e la bibliografia (ricordate, i libri seri hanno sempre la bibliografia!).
Consiglio questo libro a tutte le coppie che hanno figli, attualmente o nei propri pensieri: è ricco di contenuti di qualità, presentati in una forma chiara e coinvolgente. Si avverte dietro la penna la presenza di una donna, mamma e biologa.
“Offrire il cibo significa prendersi cura dell’altro, mescolando a ogni pietanza i propri stati d’animo e le proprie attenzioni.”